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Nel nuovo saggio Orti apocalittici e giardini del piacere (Metilene edizioni, 2025), Claudia Corti ci guida attraverso i giardini d’Europa tra XVIII e XIX secolo, intesi non solo come luoghi di bellezza o svago, ma come autentici spazi del pensiero, laboratori filosofici, politici e artistici. Attraverso un’indagine colta e rigorosa, Corti mostra come il giardino, lungi dall’essere un semplice ornamento del paesaggio, abbia rappresentato un crocevia di saperi, desideri, visioni utopiche e tensioni storiche.

I due volti del giardino: tra crisi e piacere

Il titolo del libro evoca una doppia anima. Da un lato, gli orti apocalittici: giardini simbolici, densi di significati profetici e visioni trasformative, attraversati dal pensiero di figure come Erasmus Darwin e William Blake, in cui botanica, spiritualità e rivoluzione politica si intrecciano. Dall’altro, i giardini del piacere, veri e propri teatri della modernità, dove la natura è plasmata dall’ingegno umano e si fa spettacolo, tecnologia, intrattenimento. Siamo nella Londra giacobina e nei grandi centri europei, in un’epoca di profondi mutamenti: la botanica si fonde con il pensiero radicale, le scoperte scientifiche con l’immaginazione artistica, e il giardino diventa lo specchio delle inquietudini e delle speranze del tempo.

Un’opera per comprendere la natura e noi stessi

Orti apocalittici e giardini del piacere è molto più di un saggio di storia del paesaggio: è una riflessione profonda sul nostro rapporto con la natura, sulla funzione culturale degli spazi verdi, sulla loro memoria e la loro l’invenzione. Attraverso una narrazione che unisce rigore accademico e sensibilità critica, Claudia Corti invita a guardare al giardino come a un campo di forze in cui si incontrano utopia e tecnologia, estetica e scienza, disordine e controllo. Nell’era contemporanea, segnata dalla crisi ecologica e dalla necessità di ripensare il nostro modo di abitare il mondo, questo libro riporta al centro una domanda cruciale: può il giardino tornare a essere uno spazio di riflessione e trasformazione?

L’autrice

Claudia Corti è una studiosa di fama internazionale, già Professoressa ordinaria di Letteratura Inglese e Storia del Teatro Inglese, con una carriera accademica che l’ha vista insegnare nelle università di Pisa, Firenze, Macerata e Siena, oltre che in prestigiose istituzioni internazionali come Harvard e il Warburg Institute. Autrice di numerosi volumi su Shakespeare, Blake, Joyce e sul fantastico letterario, Corti unisce nella sua scrittura una straordinaria competenza interdisciplinare a una profonda passione per il pensiero critico.